Il regime della cedolare secca sugli affitti è previsto anche in favore dei proprietari di immobili di interesse storico – artistico. Lo chiarisce il Governo in un’interrogazione parlamentare.
Tuttavia col decreto semplificazioni è notevolmente cambiato il trattamento fiscale degli immobili storici vincolati ceduti in locazione. Dal 2012 (dichiarazione dei redditi da redigere nel 2013) viene eliminato il vantaggioso trattamento fiscale che consentiva di non dichiarare il reddito effettivo, ma quello catastale, assumendo quale imponibile la minore tariffa d’estimo previste per le abitazioni della zona censuaria nella quale è collocato il fabbricato.
Inoltre viene previsto che gli acconti 2012 dovranno essere rideterminati considerando le nuove normative: l’imposta dovuta sarà da calcolare sul reddito derivante dal contratto di locazione al netto di una riduzione forfettaria del 35%.
Questo provvedimento porterà i proprietari di immobili storici locati a riconsiderare la possibilità di opzione della “cedolare secca” , scelta da valutare nell’ottica di un eventuale contenimento del carico fiscale, tenendo altresì conto della rinuncia agli aggiornamenti contrattuali, dell’esenzione dall’imposta di Registro e di Bollo.
In linea di massima Le diciamo che il canone di affitto da immobile storico vincolato va dunque indicato al 65% nel calcolo per la tassazione IRPEF, la cedolare secca invece si calcola sul 100% dell’affitto.
Esempio: se Lei incassa 20.000,00 euro annui in dichiarazione dei redditi paga l’aliquota dovuta su 13.000,00 euro perché le altre 7.000,00 vanno detratte come spese forfettarie.
Se decide invece di passare a regime di cedolare secca pagherà il 21% sul totale dei 20.000,00 euro ed inoltre non potrà fare aumenti ISTAT.
Da quanto spiegato sopra si evince che chi ha redditi altissimi può avere una convenienza effettiva nell’applicazione della cedolare secca.
Team Federcasa