L’attuale crisi abitativa sta sollevando dibattiti accesi, coinvolgendo proprietari immobiliari e istituzioni pubbliche. Le associazioni come Federcasa consapevoli delle difficoltà delle fasce più vulnerabili, chiedono soluzioni mirate e collaborative per affrontare il problema, evitando interventi che penalizzino i proprietari privati.
Le politiche proposte dal Comune di Torino, come la campagna “Vuoti a rendere”, puntano a censire gli alloggi inutilizzati, applicando sanzioni o requisendo immobili. Tuttavia, queste misure sono state fermamente criticate dalle associazioni, che sottolineano l’assenza di basi certe sui dati forniti e la mancanza di una visione realistica delle dinamiche abitative.
Diversi studi e articoli hanno cercato di quantificare il problema degli alloggi vuoti a Torino. Tra le stime pubblicate:
– 78.000 unità vuote secondo Torino News24 (giugno 2024);
– 80.000 alloggi rilevati da La Stampa (agosto 2024);
– 50.000 case secondo Torino Oggi (settembre 2024);
– 22.000 immobili vuoti, ridotti a una stima di 50.000 secondo altre fonti.
Il progetto preliminare del PRG del Comune identifica 21.699 immobili non occupati, con il potenziale di ospitare fino a 42.889 persone. Tuttavia, questi numeri includono situazioni eterogenee: residenze temporanee, case in vendita, immobili in ristrutturazione o destinati a futuri utilizzi familiari.
Beatrice Pinelli, come responsabile dell’area torinese, ha sottolineato l’importanza di analizzare con attenzione questi numeri per evitare interpretazioni distorte e proposte che penalizzino i privati senza affrontare le vere cause del problema.
I proprietari si trovano spesso in situazioni difficili, specialmente dopo esperienze con inquilini morosi o casi di sfratti lunghi e costosi. Tra tasse, spese condominiali e danni da riparare, mantenere un immobile vuoto può costare mediamente oltre 3.000 euro all’anno.
Inoltre, immobili vuoti possono appartenere anche a enti pubblici, come dimostrano le cartolarizzazioni degli immobili degli enti previdenziali e le case popolari gestite da ATC. In questo contesto, colpire i privati con misure punitive rischia di peggiorare la situazione.
Le proposte attuali potrebbero scoraggiare i proprietari dal mettere le case in affitto o persino spingerli a ritirarle dal mercato. La carenza di un serio piano per il recupero degli immobili pubblici e di un’adeguata programmazione abitativa non può essere compensata scaricando il peso sui privati.
È importante ricordare il contributo della proprietà privata: durante il periodo del Covid, i proprietari hanno sostenuto ingenti costi senza alcun supporto da parte delle istituzioni. Le entrate fiscali derivanti dal patrimonio immobiliare privato sono state essenziali per i bilanci comunali.
Le associazioni della proprietà immobiliare torinesi ribadiscono la loro volontà di partecipare attivamente ai tavoli decisionali sull’abitare. La collaborazione tra pubblico e privato è fondamentale per evitare contrasti inutili e creare soluzioni condivise.
In un momento di crisi e incertezza, queste associazioni chiedono un incontro con il Sindaco Stefano Lo Russo, per evitare che scelte affrettate o propagandistiche possano alimentare tensioni sociali senza risolvere il problema abitativo.
In conclusione Federcasa, associazione di proprietari immobiliari, invita tutti i proprietari immobiliari a rivolgersi alle loro sedi per ottenere supporto e tutelare i propri diritti. Insieme, si può costruire un approccio più equo e sostenibile all’emergenza abitativa.
Sito Internet: www.associazionefedercasa.it
Per informazioni rivolgersi all’associazione FEDERCASA – 0174 47471 oppure inviate una richiesta cliccando qui.
Federcasa, associazione di proprietari