Il maggiociondolo, nome comune per Laburnum anagyroides, appartenente alla famiglia delle Leguminose, in generale sono alberi rustici, infatti resistono fino a 1000 metri d’altezza sul livello del mare nelle nostre zone. La loro bellezza sta nelle rigogliose infiorescenze pendenti di un giallo dorato che donano fascino al nostro giardino e che attirano sempre lo sguardo. Sono piante longeve con fusto ramificato e con un tronco di circa una trentina di cm di diametro ma di altezza e apertura della chioma ridotta perciò è da considerarsi un albero di medie dimensioni con rami che tendono a incurvarsi. Gli esemplari più belli arrivano ad una altezza di 10 m e sono isolati o in gruppi di numero ridotto. La sua corteccia ha un interessante tonalità marrone-verdastra, mentre all’interno il legno presenta un colore marrone rossastro.
Le foglie del maggiociondolo sono composte da 3 piccole foglie di tonalità verde brillante sulla pagina superiore e grigiastre inferiormente. Sono alterne e caduche. I singoli fiori, che sbocciano in primavera, da aprile a giugno, sono di un giallo dorato, piccoli, con vessillo macchiato di porpora al centro. I frutti sono dei legumi allungati, neri, contenenti semi rotondi di color marrone scuro e velenosi.
Il maggiociondolo va messo a dimora verso ottobre e necessita di opportuni tutori che li aiutino a giungere ad un attecchimento completo e magari aggiungendo attorno una rete per proteggerlo da “rosicchiamenti” degli animali domestici dato che la corteccia è velenosa. Per una crescita armoniosa, il maggiociondolo non ama tagli e potature di sorta, privilegiando uno sviluppo naturale.
La sua rusticità consente alla pianta di crescere senza particolari difficoltà in tutti i terreni , tuttavia la sua preferenza va a terreni profondi, sciolti, che possano vantare una buona fertilità purché vi sia un po’ di umidità e in zone soleggiate o in mezzombra. Cresce bene anche in suoli argillosi o calcarei.
La sua notevole presenza ornamentale fa si che possa essere usato come copertura di pergolati: se si piegano le fronde quando la pianta è ancora relativamente giovane e si legano alla struttura da coprire, ricreando così un “effetto glicine”. Può essere utilizzato anche per il consolidamento di scarpate, di pendii o di rive ghiaiose che presentano pericoli di smottamenti in quanto ha un apparato radicale profondo e ramificato, oppure per la costruzione di vialetti di accesso.
Nella sua coltivazione in giardino è però importantissimo ricordare che questo albero è velenoso in tutte le sue parti, poiché contiene due pericolosi alcaloidi, la cistina e la laburnina, specie nei legumi e nella corteccia. In presenza di bambini piccoli che mettono in bocca qualunque cosa o animali che possono rosicchiare è dunque consigliabile eliminare i legumi e i pezzi di corteccia e fare estrema attenzione che non li mangino. Con l’ingestione anche di un solo seme si manifesta l’intossicazione con vomito, crampi, sudori freddi. La morte può subentrare entro i 60 min. dalla masticazione di un ramo di maggiociondolo. Nei cani, l’immediato vomito evita l’avvelenamento.
Non per questo bisogna bandire dai propri giardini questa bellissima pianta: basta un po’ di attenzione e un’attenta valutazione.
Per informazioni rivolgersi all’associazione FEDERCASA – 0174 47471 oppure scrivere inviate una richiesta cliccando qui.
Elisa Carletto
FEDERCASA
ASSOCIAZIONE DI PROPRIETARI