Estensione a tutti i comuni italiani del contratto concordato

Il proprietario - Giornale online di Federcasa

Dal D.M. 16/01/2017 si è estesa la possibilità di stipulare il contratto concordato a tutti i comuni italiani.

 

Dal D.M. 16/01/2017 si è estesa la possibilità di stipulare il contratto concordato a tutti i comuni italiani che prima era invece limitata ai comuni ad alta tensione abitativa. In caso d’inesistenza di accordo a livello locale, i valori di riferimento per il calcolo del canone sono dettati dal DM 14/07/2004. Il contratto concordato potrà essere fattivo solo dopo la stipula di un accordo territoriale tra il Comune e le associazioni sindacali di proprietari e inquilini, accordo che viene pubblicato e messo a disposizione di tutti i soggetti che desiderano stipulare questa forma di contratto, di solito facilmente reperibile nei siti dei Comuni oppure recandosi direttamente alle Associazioni di categoria locali.

Il contratto concordato soprannominato 3+2, presenta vantaggi per entrambi gli attori del contratto. Nello specifico il proprietario gode solitamente di una riduzione dell’IMU, una deduzione IRPEF anche in cedolare secca, l’inquilino invece oltra a un canone inferiore a quello di mercato, benefici di una detrazione IRPEF di 495,80 per un reddito < 15.493,71 o di 247,90 se il reddito è compreso fra 15.493,70 e 30.987,41.

La convenienza o meno di questo contratto va comunque calcolata di volta in volta, non è detto che tutti i benefici accumulabili siano effettivamente tali.

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